La Lega è un movimento politico proteiforme, assolutamente adatto alla fluidità della postmodernità, capace di cambiare radicalmente la sua identità. Ha raggiunto pochi degli obiettivi che si era posta, ma continua ad avere, ovunque e in qualche comune del Veneto con percentuali plebiscitarie, un consenso enorme. Perché? Ha creato un popolo.
Come ricorderete assolutamente, cari corregionali, il 22 Ottobre 2017 si votò per il cosiddetto referendum per l’autonomia della nostra Regione. Fu un evento capace di animare il dibattito dei veneti per mesi. La Lega impostò subito la sua campagna elettorale su una balla colossale: se votate sì, arriveranno soldi a palate nella nostra Regione, diventeremo come il Trentino Alto-Adige. Del resto, un partito che si chiamava Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e che adesso urla “Prima gli italiani” deve sempre avere avuto un rapporto complesso con la verità. L’eco della propaganda arrivò ovunque: per esempio, a Schio il sindaco ex leghista Orsi capì che, con il sì al referendum, sarebbero arrivati camion ricolmi di euro. Ne era così convinto, o mentiva così spudoratamente, che fece stampare un volantino nel quale affermava che, con la vittoria del sì, sarebbero aumentate le entrate per i nostri comuni.
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